Qualità della normazione (2/2019)

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Nel contratto di governo fra Lega e Cinque stelle, al numero 20, leggiamo che occorre diminuire drasticamente il numero delle norme in vigore e fare in modo che le leggi siano attuate. Inoltre, continua il contratto, è necessario verificare lo stato di attuazione delle singole disposizioni e la relativa efficacia anche con un bilancio dei risultati concreti della loro attuazione. In particolare, continua il contratto, occorre fare il “tagliando delle leggi” per valutare se gli effetti ottenuti nel lungo periodo siano quelli originariamente proposti e, nel caso, se siano necessarie modifiche, integrazioni o sia addirittura opportuno procedere alla loro abrogazione.
Nulla di tutto questo è stato fatto. La relazione sull’AIR del 2017 (quella del 2018, per la quale è prevista la scadenza di aprile, non è stata ancora trasmessa alle Camere) confermava “l’andamento non positivo” che ha sempre contraddistinto l’utilizzo della VIR (Valutazione di impatto della regolazione) da parte delle Amministrazioni.

Non è così in tutte le regioni e, in particolare, non è così in Lombardia che, nel suo statuto, ha previsto che il Consiglio regionale controlli l’attuazione delle leggi e valuti gli effetti delle politiche regionali; e, per far questo, ha previsto un apposito organo, il Comitato paritetico di controllo e valutazione (art. 14, secondo comma e art. 45).
Una legge regionale (L. R. 8 agosto 2017, n. 20 “Attuazione delle leggi regionali e valutazione degli effetti delle politiche regionali per la qualificazione della spesa pubblica è l’efficacia delle risposte ai cittadini") ci dice in cosa consistono controllo e valutazione: con il primo, si verifica lo stato di attuazione delle disposizioni legislative, con la seconda, si accerta quali cambiamenti abbia determinato l’intervento pubblico (art1.2).
Nell’ultimo programma triennale per il controllo e la valutazione delle politiche regionali 2019 – 2021, si affida al Comitato il compito di informare il Consiglio di ciò che avviene dopo il varo di una legge per comprendere se gli interventi attuati vanno nella direzione attesa o se richiedono correttivi.
Nel parere del Consiglio di Stato sul decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 169/2017 che disciplina la VIR statale (nonché l’AIR) (v. questa rubrica n. 1/2018) si indicano i difetti della VIR: approccio formalistico considerando la VIR come un mero adempimento di carattere burocratico privo di una reale utilità; affidamento della VIR a uffici non attrezzati; mancanza di valutazione approfondita sugli effetti attesi e quelli realizzati; carente diffusione di informazioni sugli esiti.
Questi difetti non li ritroviamo nella normativa lombarda. Nello Stato la VIR é compito del Governo; in Lombardia è compito di un organo consiliare, il Comitato paritetico di controllo e valutazione, che lavora insieme ad un rappresentante della Giunta designato dal Presidente. Il Comitato e il rappresentante della Giunta regionale individuano e concordano le modalità più efficaci ed efficienti per le attività finalizzate all’esercizio della funzione di controllo e valutazione, anche attraverso incontri periodici. Ne consegue, che l’attività di controllo e valutazione viene considerata come una funzione politica non partisan volta a migliorare l’azione pubblica imparando dall’esperienza.
Gli uffici del governo cui spetta la redazione della VIR, ci dice il Consiglio di Stato, non sono attrezzati, mentre nel nostro caso vi lavorano, insieme, gli uffici della Giunta e del Consiglio e la Giunta garantisce il più efficace accesso alle informazioni sulle politiche regionali al Consiglio regionale e ai soggetti da questo incaricati di effettuare studi e valutazioni (art. 7 L.R. 20/2017).

Dalle relazioni annuali del Comitato non risulta che gli effetti attesi e quelli realizzati non siano adeguatamente valutati e l’informazione sugli esiti è garantita dall’obbligo di pubblicazione sul sito del Consiglio regionale e della Giunta.
Inoltre, il Comitato si avvale degli apporti scientifici di Polis-Lombardia e delle università milanesi; ha risorse proprie pari a 150.000,00 € per il 2019 e altrettanto per il 2020 e il 2021; sono previsti corsi di formazione sulla valutazione delle politiche regionali per funzionari di Giunta e Consiglio regionale, il quale deve dedicare almeno una sessione all’anno ai temi del controllo e della valutazione; la scelta delle politiche pubbliche di cui valutare la esperienze non è prerogativa riservata agli organi regionali, perché è previsto che enti locali, associazioni e organizzazioni rappresentative degli interessi sociali ed economici della Lombardia possano partecipare ad una consultazione telematica per segnalare quali interventi e politiche pubbliche della Regione siano meritevoli di attenzione e valutazione; e mentre si scrivono queste note, è in corso una consultazione telematica dal 13 giugno al 25 luglio. Nel programma triennale 2019- 2021 (pag. 11), infine, si propone di coinvolgere i cittadini più direttamente nelle attività di valutazione delle politiche regionali non solo come destinatari delle informazioni che la valutazione produce, ma anche come antenne sul territorio.