La Camera approva le mozioni sulla politica europea dell’Italia in vista del Consiglio europeo di Bruxelles del 28 giugno 2012 (3/2012)

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A.C., Mozione Cicchitto ed altri n. 1-01076

A.C., Mozione Moffa ed altri n. 1-01088

A.C., Mozione Donadi ed altri n. 1-01095

A.C., Mozione Franceschini ed altri n. 1-01101

A.C., Risoluzione Iannaccone ed altri n. 6-00111

 

Allegato A – Resoconto stenografico seduta Camera dei deputati 27 giugno 2012

 

Motivi della segnalazione

 

Nella seduta del 27 giugno 2012, la Camera dei deputati ha approvato alcune mozioni di indirizzo al Governo sulla politica europea dell’Italia in vista del Consiglio europeo di Bruxelles del 28 e 29 giugno 2012. Come sottolineato dal Presidente del Consiglio Monti nel suo intervento nella seduta del 26 giugno 2012 (cfr. A.C., XVI leg., res.sten. seduta n. 656, 26 giugno 2012, p. 40 ss.), è stata dunque confermata anche in questa occasione la «prassi, prima degli appuntamenti europei più importanti», che vede il Governo intervenire di fronte al Parlamento, come è avvenuto prima dei Consigli europei del dicembre 2011 e del gennaio e marzo 2012, per ricevere «il conforto e l’orientamento delle forze parlamentari [al fine di orientare] gli indirizzi che il Governo [in vista della] sua azione politica europea (in particolare, sugli atti di indirizzo adottati da Camera e Senato in vista del Consiglio europeo del gennaio 2012 cfr. in questa Rubrica dell’Osservatorio Numero 1, Anno 2012 la scheda La Camera ed il Senato approvano le mozioni sulla politica europea dell’Italia in vista del Consiglio europeo di Bruxelles del 30 gennaio 2012). A differenza del gennaio 2012 (dove i gruppi di maggioranza presentarono mozioni unitarie alla Camera ed al Senato), in questa occasione il PD e l’UDC hanno presentato una mozione unitaria mentre il PDL ne ha presentata una autonoma: tuttavia entrambe le mozioni sono state votate da tutte e tre le forze politiche. 

 

Le mozioni di indirizzo, oltre a contenere indicazioni al Governo per farsi promotore di iniziative per la crescita, hanno in particolare impegnato il Governo a «ribadire e difendere la proposta di creare un nuovo meccanismo di solidarietà che contrasti le oscillazioni eccessive degli spread, a beneficio degli Stati non sottoposti a procedure per deficit eccessivo e che attuino effettivamente gli impegni assunti nei piani di riforma nazionale». Come ha poi riferito al Senato ed alla Camera il Presidente del Consiglio a seguito del vertice europeo (cfr. A.S., XVI leg., res. sten., seduta n. 756, 3 luglio 2012, p. 2 ss.; A.C., XVI leg., res. sten., seduta n. 661, 5 luglio 2012, p. 20 ss.), proprio l’assenza nel documento finale di siffatte misure di stabilizzazione dei mercati a breve termine ha condotto l’Italia a porre una riserva di attesa nel corso del vertice. L’interesse dell’Italia, come chiarito ancora dal Presidente del Consiglio, era quella di distinguere «tra quei Paesi che sono sotto programma (cioè finanziati e sostenuti per essere salvati nella loro finanza pubblica dal cosiddetto fondo salva Stati europeo [quali Grecia, Irlanda, Portogallo e, limitatamente alla parte bancaria, Spagna] e gli altri Paesi (tra cui c’è l’Italia) che sono in regola con i requisiti e le condizioni poste dall’Unione europea. Ma che, data la complessiva instabilità del mercato dell’euro, stentano a veder riconosciuto tempestivamente, nel mercato, il progresso fatto nella realtà della politica economica (e hanno ancora, infatti, uno spread molto elevato)» (cfr. A.S., XVI leg., res. sten., seduta n. 756, 3 luglio 2012, p. 6).

 

Solo a seguito della decisione del Consiglio europeo di introdurre misure di stabilizzazione finanziaria (ovvero l’utilizzazione del meccanismo europeo di stabilità finanziaria-EFSF ed il meccanismo europeo di stabilizzazione-ESM al fine di stabilizzare i mercati del debito sovrano per gli Stati membri che rispettino le raccomandazioni e gli impegni previsti nell’ambito del semestre europeo, dal Patto di stabilità e crescita e della procedura per gli squilibri macroeconomici eccessivi), l’Italia ha tolto la riserva di attesa. Come ha sottolineato il Presidente del Consiglio, il raggiungimento degli obiettivi da parte del Governo in sede europea si è avuto anche grazie allo «stimolo, l’appoggio e l’incoraggiamento che il parlamento ci ha dato» (cfr. A.S., XVI leg., res. sten., seduta n. 756, 3 luglio 2012, p. 7).

 

E.A.