Rubrica qualità della normazione (1/2014)

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La qualità della normazione fa passi avanti.  A leggere la gazzetta ufficiale e i bollettini regionali non sembrerebbe, ma i fatti sotto riportati sembrano giustificare un po’ di ottimismo.

  1. 1.Sul finire del 2013 è stato pubblicato un libro da titolo: “Teoria e tecnica legislativa nel sistema costituzionale”, di Enrico Albanesi, con prefazione di Paolo Carnevale (editoriale scientifica) che definisce il libro un ottimo manuale che colma un’evidente lacuna dopo circa dieci anni dal volume di Rodolfo Pagano.

Nel volume si parla di drafting, di ATN, di AIR e di VIR e, nelle conclusioni, si indicano possibili rimedi, in genere condivisibili, che non anticipiamo  per invogliare alla lettura di questo chiaro e completo manuale.    

 

  1. 2.“L’analisi di impatto della regolazione: adempimento burocratico o strumento di buona politica?” é il titolo di un interessantissimo articolo di Carlo Deodato, che è il capo del Dipartimento per gli affari giuridici e legislativi presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, cioè il capo dell’che coordina e sovrintende alle relazioni AIR di tutti i ministeri (in Giustizia amministrativa – Riv. Di diritto pubblico, febbraio 2014).

Scopo dell’articolo è quello di dimostrare “che l’AIR, se utilizzata in modo consapevole, informato, intelligente e selettivo, non solo non si risolve in un intralcio all’esercizio dell’iniziativa legislativa del Governo, ma, al contrario, costituisce una straordinaria opportunità per la costruzione di regole condivise, produttive, stabili e, come tali, efficacemente comunicabili (anche in un linguaggio propriamente politico)”, (pagine 1 e 2).  Vedremo, esaminando, al numero successivo,  la relazione del Governo sullo stato di attuazione dell’AIR relativa al 2012 (l’ultima disponibile) che i problemi non mancano, ma questo articolo dimostra che non è l’alta dirigenza statale a remare contro.

  1. 3.Nella Relazione sullo stato di attuazione dell’AIR nel 2002 (presentata nel luglio 2013 dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri Patroni griffi) si parla delle criticità, delle iniziative e delle prospettive di sviluppo,  con riferimento prevalente allo Stato, ma con qualche riferimento anche alle Autorità amministrative indipendenti e alle Regioni.

Per quanto riguarda lo Stato, questi sono i numeri:

-        111 relazioni AIR nel 2007

-        72 nel 2008

-        169 nel 2009

-        207 nel 2010

-        150 nel 2011

-        134 nel 2012

La diminuzione del numero di relazioni non è, di per sé, un fatto negativo, perché, come dice la Relazione,  l’AIR va fatta solo sui disegni di legge di forte impatto economico e sociale e un numero eccessivo è incompatibile con le risorse disponibili e i tempi di esecuzione.

Sono gli Uffici legislativi dei Ministeri ad essere incaricati della redazione dell’ AIR, per la quale sono richieste  anche competenze diverse da quelle giuridiche: questo spiega le insufficienze dei contenuti delle relazioni presentate dai Ministeri, nonostante che il DAGL, nel 96% dei casi, abbia richiesto ai Ministeri integrazioni delle relazioni trasmesse.

Il dato più negativo riguarda, però,  le consultazioni. Solo 8 delle 134 relazioni presentate hanno fatto consultazioni pubbliche, con modalità diverse, perché ancora manca la normativa che la legge prevede. C’è però il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali che ha istituito l’Upt, Unità per la trasparenza, con il compito, fra gli altri, di fare le consultazioni con soggetti che hanno preventivamente chiesto di essere consultati e sono inseriti in un apposito elenco.

A proposito di VIR (19 relazioni concluse e 26 avviate) la Relazione parla di evidenti criticità sia con riferimento alla valutazione dell’efficacia dell’intervento, sia all’analisi e descrizione dei principali impatti prodotti.

Molte di più sono le relazioni sull’ATN: 192 dei Ministeri, più 5 dello stesso DAGL e 9 relazioni su regolamenti. In 104 casi, quindi più del 50%, il DAGL ha chiesto integrazioni sostanziali alle relazioni presentate dai Ministeri. In particolare: sulla compatibilità con l’ordinamento regionale o con la normativa comunitaria e sulla individuazione degli effetti abrogativi impliciti della nuova normativa proposta.

Continua il miglioramento, conclude la Relazione, e, con riferimento all’AIR, propone: la programmazione normativa per scegliere per quali disegni di legge fare l’AIR e poter iniziare le ricerche necessarie prima della redazione del disegno di legge; disciplinare le consultazioni; integrare con professionalità diverse da quella giuridica i redattori delle relazioni AIR; fornire analisi e comparazione anche per le soluzioni diverse da quella scelta;  maggiore trasparenza del procedimento. Con riferimento alla VIR, si propone un piano di regolazione quinquennale, aggiornabile annualmente e una nuova disciplina che tenga conto delle esperienze fatte  che, per l’AIR, potrà avvalersi  degli esti di una consultazione di esperti e delle osservazioni pervenute a seguito della messa in rete di una bozza di nuove regole.

Come già accennato, la Relazione riferisce come le otto Autorità indipendenti hanno applicato l’AIR e vi sono esperienze interessanti, come nelle Regioni, che hanno utilizzato, per disciplinarla, anche il Regolamento interno del Consiglio regionale (v. Campania) o nel Parlamento europeo che ha istituito una propria Direzione AIR con il compito di valutare, oltre alle analisi di impatto delle regolazione fatte dalla Commissione, anche i propri emendamenti.