Decisione dei capi di Stato e di governo europei: introduzione di un meccanismo di cd. cartellino rosso in capo ai parlamenti nazionali (1/2016)

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EUCO 1/16, 19 febbraio 2016

Motivi della segnalazione

Il 18 ed il 19 febbraio 2016 il Consiglio europeo si è riunito a Bruxelles, tra l’altro, per trovare soluzioni alle questioni poste dalla lettera del Primo ministro britannico Cameron del 10 novembre 2015 e scongiurare dunque l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea (cd. Brexit), sulla base di una proposta del Presidente del Consiglio europeo Tusk del 2 febbraio 2016.

I capi di Stato e di governo, riuniti in sede di Consiglio europeo, sono giunti ad adottare una Decisione concernente una nuova intesa per il Regno Unito nell’Unione europea che nelle Conclusioni del Consiglio è definita come «pienamente compatibile con i trattati» e «giuridicamente vincolante» ed è destinata a prendere «effetto alla data in cui il governo del Regno Unito informerà il segretario generale del Consiglio che il Regno Unito ha deciso di restare membro dell’Unione europea» (cioè: dopo lo svolgimento di un referendum nel Regno Unito che si esprima in tal senso, peraltro già fissato per il 23 giugno 2016).

 

Per quanto qui specificamente interessa, tale Decisione (contenuta nell’Allegato I delle Conclusioni del Consiglio europeo del 18 e 19 febbraio 2016) alla Sezione C (Sovranità) dispone che «qualora i pareri motivati [di cui al Protocollo n. 2 al Trattato di Lisbona] sul mancato rispetto del principio di sussidiarietà da parte di un progetto di atto legislativo dell’Unione, inviati entro 12 settimane dalla trasmissione del progetto, rappresentino più del 55% dei voti attribuiti ai parlamenti nazionali, la presidenza del Consiglio iscriverà il punto all’ordine del giorno del Consiglio affinché si svolga una discussione esauriente su tali pareri e sulle conseguenze da trarne» e che «a seguito di tale discussione, e nel rispetto delle disposizioni procedurali dei trattati, i rappresentanti degli Stati membri che agiscono in qualità di membri del Consiglio interromperanno l’esame del progetto di atto legislativo in questione, a meno che il progetto non sia modificato per rispondere alle preoccupazioni espresse nei pareri motivati».

Si tratta in pratica dell’introduzione di un meccanismo di c.d. cartellino rosso in capo ai parlamenti nazionali.