La riforma del Meccanismo Europeo di Stabilità al vaglio delle Camere (1/2020)

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XVIII leg., Camera dei deputati, Assemblea, res. sten. n. 269, seduta del 2 dicembre 2019, pp. 17-46

XVIII leg., Senato della Repubblica, Assemblea, res. sten. n. 169, seduta del 2 dicembre 2019, pp. 6-19

XVIII leg., A.C., risol. 6-00091, Assemblea, res. sten. n. 276, Allegato A, seduta dell’11 dicembre 2019

XVIII leg., A.S., risol. 6-00087, Assemblea, res. sten. n. 172, Allegato A, seduta dell’11 dicembre 2019

XVIII leg., Bollettino delle Giunte e delle Commissioni della Camera dei deputati, n. 297 del 18 dicembre 2019, Commissioni riunite Affari esteri e Politiche dell’Unione europea della Camera e del Senato, p. 3 

Motivi della segnalazione

La riforma del Trattato sul Meccanismo europeo di stabilità, oggetto di numerose riunioni dell’Eurogruppo, anche in formato inclusivo, del Consiglio europeo e del Vertice euro, ha dominato il dibattito europeo sin dalla fine del 2018 e, ancor di più, quando è stata definita dall’Eurogruppo una proposta di revisione del Trattato, tuttora pendente per l’approvazione a livello europeo. Il Parlamento italiano, però, solo da novembre 2019 ha iniziato ad interessarsi attivamente alla questione, sia in Aula che nelle commissioni. La vicenda ha rappresentato un importante banco di prova per testare l’effettività delle procedure previste dalla legge n. 234 del 2012, sia in relazione alla consultazione e dall’informazione del Parlamento – prima e dopo le riunioni del Consiglio e del Consiglio europeo – (art. 4), sia per la consultazione delle Camere specificamente su accordi in materia finanziaria e monetaria (art. 5). Il Governo era stato infatti accusato dalle opposizioni di non aver tempestivamente informato le Camere lungo tutto il processo sul negoziato per la riforma del Trattato sul Meccanismo europeo di stabilità – che ha la forma di un accordo intergovernativo tra i Paesi dell’Eurozona e non è fonte di diritto dell’Unione europea – e di non aver tenuto conto degli indirizzi forniti dal Parlamento.

Il 2 dicembre 2019, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha svolto una informativa urgente prima alla Camera deputati e poi al Senato nell’ambito delle quali ha ricostruito i vari passaggi del negoziato sulla riforma del Meccanismo europeo di stabilità e l’interlocuzione avuta sino a quel momento con le Camere, ribadendo che nelle sedi europee dove se ne è discusso il Governo ha sempre assunto una condotta coerente con quella espressa negli indirizzi formulati dalle Camere, ovvero finalizzata a non isolare la trattazione delle modifiche di questo specifico Trattato rispetto al pacchetto globale di misure necessarie al rafforzamento dell'Unione economica e monetaria.
La necessaria prevalenza della logica del “pacchetto delle riforme” è stata fatta propria anche nelle risoluzioni di maggioranza approvate dalle due Camere – ris. 06-00091 alla Camera e ris. 06-00087 al Senato – l’11 dicembre 2019 in vista del Consiglio europeo del 12-13 dicembre 2019 dove le proposte di modifica del Trattato sul Meccanismo europeo di Stabilità predisposte dall’Eurogruppo sarebbero state discusse. In particolare, il collegamento tra la trasformazione del fondo e la creazione di un common backstop è stato valutato positivamente, anche se numerose altre questioni venivano affrontate nelle risoluzioni, quali la riforma del quadro finanziario pluriennale, la proposta di un Green New Deal, il dialogo tra l’Unione e i Paesi africani e la Conferenza sul futuro dell’Europa.
Il conseguente differimento di un eventuale accordo tra i Paesi dell’Eurozona su una revisione del Meccanismo Europeo di Stabilità, deciso dal successivo Consiglio europeo del 12-13 dicembre è stato invece oggetto delle Comunicazioni che il Governo ha reso per il tramite del Ministro degli affari europei Amendola dinanzi alle Commissioni riunite Affari esteri e Politiche dell’Unione europea della Camera e del Senato il 18 dicembre 2019.