Il Senato approva alcuni pareri su atti dell’Unione europea, «valutate le osservazioni formulate» da alcuni Consigli regionali (1/2015)

Stampa

A.S. Doc. XVIII-bis n. 13 – 18 dicembre 2014

A.S. Doc. XVIII-bis n. 14 – 18 dicembre 2014

 

Motivi della segnalazione

La 14ª Commissione Politiche dell’Unione europea del Senato ha approvato due pareri aventi ad oggetto, l’uno, la Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni «Orientamenti sull’applicazione delle misure per collegare l’efficacia dei fondi strutturali e d’investimento europei a una sana gestione economica conformemente all’articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013» COM (2014) 494 e, l’altro, la Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni «Sesta relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale: investimenti a favore della crescita e della creazione di posti di lavoro» COM (2014) 473.

 

In entrambi i pareri la Commissione sottolinea espressamente di avere «valutat[o] le osservazioni formulate» da due Consigli regionali: l’Assemblea legislativa della regione Friuli-Venezia Giulia e la competente commissione dell’Assemblea legislativa della regione Marche. In particolare, nel caso

del parere sulla prima delle due Comunicazioni (la quale fornisce dei chiarimenti in ordine alla possibilità per la Commissione europea di chiedere ai sensi del regolamento (UE) n. 1303/2013 ad uno Stato membro di riprogrammare parte dei finanziamenti derivanti da alcuni fondi strutturali), il Senato, facendoli propri, fa espresso riferimento ad alcuni aspetti rilevati in proposito dalle due Assemblee legislative. I rilievi delle Regioni si erano in particolare appuntati sulla necessità che i poteri della Commissione vengano utilizzati «con cautela» e sul fatto che il regolamento (UE) n. 1303/2013 non specifichi quanto debba essere dettagliata la richiesta di riprogrammazione. 

L’espressa presa in considerazione delle osservazioni formulate dai due Consigli regionali, sembra confermare la capacità del Senato di mantenere attivo il canale di raccordo con le assemblee legislative regionali in vista dell’espressione dei pareri da rendere agli organi dell’Unione europea. Sul tema, si vedano d’altronde da ultimo le novità procedurali introdotte dal Senato nel settembre 2014 (segnalate nel numero 3/2014 di questa Rubrica ed ampiamente commentate da L. Bartolucci, In attesa del ‘nuovo’ Senato, un canale di collegamento più fluido con i consigli regionali per gli affari dell’Unione europea, in Osservatorio sulle fonti, n. 3/2014).