Archivio rubriche 2013

Il diritto regionale comparato: introduzione ad una nuova rassegna (2/2013)

Con questo fascicolo della Rivista si inizia una nuova Rassegna di norme regionali che ha come obiettivo quello di analizzare il modo in cui determinati settori, attribuiti alla competenza concorrente o residuale delle Regioni, sono disciplinati da esse.

A differenza delle precedenti Rubriche, in cui erano state analizzate le leggi di attuazione degli statuti regionali, in questa ulteriore indagine si vuole individuare, innanzitutto, la tipologia di atti utilizzati nelle singole materie, verificando così i diversi strumenti che le regioni hanno ritenuto utile adottare ed in secondo luogo la diversità o meno di disciplina fra le varie regioni.

Si vuole, in questo modo, dare un servizio al lettore al fine di racchiudere in un'unica scheda tutti gli atti normativi che regolano una determinata materia nelle regioni italiane, includendo non solo le leggi ed i regolamenti, ma anche tutti gli atti che abbiano un contenuto normativo, indipendentemente dalla forma usata, e che chiariscano i termini della disciplina del settore.

Ogni scheda contiene quindi il numero e la denominazione dell'atto normativo ed il collegamento ipertestuale al sito web dove l'atto può essere visualizzato, secondo lo schema da sempre utilizzato all'interno di questa Rubrica della legislazione regionale.

Già questo elenco di atti, di difficile reperibilità in modo unitario in rete, consente al lettore di verificare direttamente la diversa tipologia di atti utilizzati, la prevalenza degli atti legislativi, la presenza o meno nel settore di atti di natura regolamentare (strumenti normativi questi, che come noto e nonostante le modifiche costituzionali, sono di limitato uso a livello regionale) o se, ancora, vi è nella materia la tendenza alla c.d. fuga dal regolamento con uso di atti di carattere formalmente diverso, ma a contenuto regolamentare.

Vari sono infatti i problemi connessi alla tipologia di atti normativi nelle materie di competenza regionale: da un lato la tendenza da parte dello Stato di estendere il proprio intervento oltre la limitata competenza delle leggi di principio (quadro o cornice), dall'altro di utilizzare l'elenco del secondo comma dell'art. 117 Cost., ossia delle c.d. materie/non materie per ampliare ulteriormente la propria competenza normativa e accentrare la normazione, alterando così i principi generali sulla separazione delle competenze.

Dall'altro si è sempre constatato un uso molto limitato dei regolamenti regionali. Prima della riforma del titolo V, l'uso limitato dei regolamenti avveniva a causa, si diceva, dell'attribuzione del potere regolamentare al Consiglio regionale che, quindi, preferiva adottare leggi, piuttosto che attivarsi per l'emanazione di atti normativi secondari. D'altra parte, il numero dei regolamenti non ha avuto un particolare incremento dopo il nuovo art. 121 Cost, sia perché si è dovuto attendere l'approvazione degli Statuti regionali che indicassero l'organo legittimato ad adottare tali atti ed eventualmente differenziarne il potere in rapporto alla tipologia di regolamento (ad esempio, regolamenti di esecuzione di direttive comunitarie al Consiglio e gli altri regolamenti alla Giunta), sia perché, una volta definito il soggetto legittimato, l'uso che ne è stato fatto è stato abbastanza ridotto non solo e non tanto numericamente, ma da un punto di vista contenutistico tali atti non si caratterizzano certo per l'importanza ed il rilievo nella normazione regionale.

Infine il problema da sempre presente all'interno del sistema di fonti normative è quello della fuga dal regolamento, ossia l'uso di atti amministrativi per disciplinare nel dettaglio determinate materie, non seguendo così i limiti ed i vincoli procedurali di un atto formale quale è il regolamento, ma raggiungere gli stessi obiettivi normativi con atto di natura diversa. Tanto che si può parlare anche con riguardo alla normativa regionale di atti c.d. di soft law, al pari di quanto avviene a livello statale ed ancor più (ma in modo tecnicamente strutturato e organizzato) a livello di Unione Europea.

Il secondo obbiettivo che ci siamo posti con questa ricerca è quello di estendere l'indagine a verificare, per ora solo nelle linee generali, il contenuto di tali atti normativi. In particolare l'interesse in questa fase è diretto a verificare se esiste una uniformità di regolamentazione, con una tendenza delle regioni ad usare il metodo delle c.d. "leggi fotocopia", ovvero se vi sia un interesse ad una differenziazione normativa fra regioni, al fine di caratterizzare, in altre parole, in modo sostanziale la disciplina della materia nella propria regione.

L'autonomia normativa ha infatti, come scopo principale, quello di garantire la possibilità e la discrezionalità di una disciplina differenziata fra regioni al fine di garantire interessi, situazioni ed obiettivi diversi, nonché per assicurare l'autonomia dell'indirizzo politico regionale nelle materie di propria competenza. Si tratta di un potere che non sempre è stato pienamente utilizzato o, spesso, non richiede una netta differenziazione fra regioni: da un lato perché gli indirizzi politici sono simili, dall'altro perché gli interessi dei cittadini che stanno alla base di molte leggi regionali devono essere tutelati e disciplinati nel modo più omogeneo possibile, non solo attraverso le leggi di principio statali, ma anche con la stessa legislazione regionale, se non vi sono finalità particolari da tutelare.

Un ultimo profilo da segnalare riguarda le materie che vengono scelte per questa ricerca. Non si intende garantire una completezza dell'indagine, ma nel corso dei vari fascicoli si cercherà di completare via via le materie, per il rilievo che esse hanno, ma anche tenendo conto degli interessi particolari dei singoli ricercatori coinvolti, che ritengono più utile fare un lavoro il più possibile completo ed approfondito nel singolo settore piuttosto che indirizzarsi ad un'indagine generale con il rischio di essere anche generica.

Il passaggio successivo della ricerca sarà poi quello di pubblicare dei Saggi completi sulle singole materie affrontate, così da commentare più incisivamente la tipologia di atti usata e le caratteristiche contenutistiche di essi.

Osservatorio sulle fonti

Rivista telematica registrata presso il Tribunale di Firenze (decreto n. 5626 del 24 dicembre 2007). ISSN 2038-5633.

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