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La 1ª Commissione Affari costituzionali del Senato esprime una valutazione positiva sulla Relazione 2016 della Commissione sull’applicazione della Carta dei diritti fondamentali dell’UE (3/2017)

A.C., Doc. XVIII n. 77, 20 luglio 2017

Motivi della segnalazione

La 1ª Commissione Affari costituzionali del Senato, nell’esaminare la Relazione 2016 sull’applicazione della Carta dei diritti fondamentali dell’UE, ha espresso una valutazione positiva. Dalla Relazione emerge in particolare la constatazione delle emergenze che l’Unione europea ha dovuto affrontare nel 2016: la crescita dei flussi migratori; l’aggravamento dei divari di sviluppo e le difficoltà di uscire dalla più grave crisi economico-finanziaria dal secondo dopoguerra che ha prodotto pesanti conseguenze sul piano sociale; il riacutizzarsi del fenomeno terroristico.

Fenomeni questi, si sottolinea ancora nella Relazione, che hanno alimentato il diffondersi di spinte populiste e di atteggiamenti di intolleranza e xenofobia che «impongono una più puntuale e coerente strategia a livello europeo e da parte degli Stati membri per evitare che si producano gravi e sistematiche lesioni dei valori fondamentali dell’Unione europea». In questa prospettiva, la 1ª Commissione Affari costituzionali del Senato: constata il risultato deludente delle iniziative finora assunte per la tutela del principio dello Stato di diritto e dei valori fondamentali; auspica che la Commissione presenti la proposta di Patto dell’Unione sulla democrazia, lo Stato di diritto e i diritti fondamentali (c.d. Patto DSD) sotto forma di accordo interistituzionale che stabilisca le modalità per facilitare la cooperazione delle istituzioni UE e degli Stati membri nell’ambito dell’articolo 7 TUE, come richiesto dal Parlamento europeo nella risoluzione del 25 ottobre 2016; auspica infine che, nelle more dell’adozione di tale proposta, la Commissione europea utilizzi comunque senza remore gli strumenti che già la disciplina vigente a livello europeo le mette a disposizione, a cominciare dall’attivazione di procedure di infrazione, e dalla conseguente applicazione di sanzioni nei confronti dei Paesi che si siano resi responsabili di gravi e sistematiche violazioni dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali. Tutto ciò, aggiunge la I Commissione, vale in particolare in una materia, qual è quella costituita dalla ricollocazione e dal reinsediamento dei richiedenti asilo, in relazione alla quale sono stati assunti impegni in sede di Unione europea non rispettati tuttavia da alcuni Stati membri ed in relazione alla quale «l’insufficiente fermezza sino ad oggi dimostrata dalla Commissione europea ha fortemente penalizzato Paesi, come l’Italia, più esposti per ragioni geografiche ai flussi migratori»

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