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Le Giunte per il regolamento aprono alla partecipazione da remoto alle attività informali delle Commissioni (2/2020)

Le Giunte per il Regolamento delle due Camere si sono recentemente espresse su alcune modalità di svolgimento dei lavori parlamentari adottate in relazione alle misure di prevenzione sanitaria dovute alla pandemia da COVID-19: in particolare, la questione è stata affrontata nelle sedute del 31 marzo, per la Camera, e del 9 giugno per il Senato.

 

Alla Camera, su proposta del Presidente, la Giunta si è unanimemente pronunciata circa la possibilità di consentire, «in ragione della assoluta eccezionalità della situazione e in via sperimentale», la partecipazione da remoto di deputati membri delle Commissioni ad attività delle Commissioni stesse tenute informalmente, ossia riunioni degli Uffici di presidenza in sede di programmazione dei lavori e in sede di svolgimento di audizioni e audizioni informali in sede plenaria, dove peraltro è già invalsa la prassi di consentire la partecipazione da remoto del soggetto audito; condizione organizzativa evidenziata dal Presidente è che la seduta si svolga presso le sedi della Camera, alla presenza del Presidente della Commissione, o di un vicepresidente, del funzionario segretario dell’organo e che sia comunque consentita la partecipazione in sede dei deputati. Quanto alle sedi formali delle Commissioni, tenendo ferma la necessità di partecipare fisicamente ai lavori, è stata tuttavia prevista, per consentire una maggiore informazione sulle attività, sempre in via sperimentale e temporanea, la possibilità di trasmettere le sedute in sede referente via web, previo consenso unanime, come previsto per la trasmissione su circuito chiuso. Il Presidente ha poi precisato, nella seduta del 7 maggio, che le disposizioni regolamentari sull'ordinato svolgimento dei lavori nelle riunioni si applicano anche ai deputati presenti in collegamento da remoto e che quanto stabilito dalla Giunta il 31 marzo si estende anche agli Uffici di presidenza delle Commissioni bicamerali cui è applicabile il Regolamento della Camera; per le Commissioni d’inchiesta, tuttavia, occorrerà un prudente esame del Presidente della Commissione, che dovrà valutare, caso per caso, la compatibilità di tali modalità di collegamento con eventuali esigenze di segretezza delle materie trattate.
Al Senato, invece, la Giunta si è riunita soltanto il 9 giugno. In quella sede, è stato adottato un parere, più restrittivo rispetto alle misure deliberate per la Camera, che consente in via eccezionale, fino al 31 agosto, la partecipazione da remoto alle riunioni informali degli Uffici di presidenza delle Commissioni permanenti, limitatamente alle audizioni, dei componenti della Commissione, fatta salva la presenza in sede almeno del Presidente o del Vice Presidente della Commissione e del Capo dell'Ufficio di Segreteria. A seguito della discussione, si è infatti deciso di escludere l’applicazione di tali modalità: alle Commissioni bicamerali cui è applicabile il Regolamento del Senato, per gli stessi profili attinenti alla segretezza dei lavori già rilevati dalla Giunta della Camera; alle riunioni per la programmazione dei lavori, che prevedono un’attività decisoria; alla partecipazione via web dei senatori a Commissioni di cui non sono membri, ex art. 31 R.S., per ragioni di riservatezza delle sedute. Inoltre, particolare attenzione è stata posta nel dibattito sul non considerare le misure in termini di ‘sperimentalità’, come invece emerso dal pronunciamento della Camera, bensì di mera ‘eccezionalità’, con il fine di ribadire la centralità, a Regolamento immutato, della presenza fisica dei senatori nelle adunanze degli organi collegiali.
Le due Giunte hanno dunque dimostrato, muovendosi perlopiù di pari passo, di non ravvisare criticità nell’estensione di modalità derogatorie rispetto alla presenza fisica dei parlamentari perlomeno alle attività non verbalizzate. Le soluzioni individuate, anche per la loro moderazione, hanno trovato il plauso di tutti gli schieramenti, nonostante posizioni di fondo non sempre allineate sulla compatibilità con le disposizioni vigenti della partecipazione da remoto al complesso dei lavori parlamentari e sul punto di equilibrio da ricercare tra operatività dell’organo e garanzie della funzione. Occorre tuttavia fare un breve accenno a due profili emersi dall’attività parlamentare e dal dibattito nelle Giunte.
Il primo riguarda la volontà di evitare per quanto possibile il vaglio della compatibilità dei Regolamenti con modalità ‘agili’ di svolgimento dei lavori parlamentari (stante anche il vincolo della formulazione testuale dell’art. 64 Cost. e le discussioni che in merito sono sorte negli scorsi mesi), servendosi piuttosto, per rimediare alle restrizioni sanitarie, della programmazione dei lavori e di accordi informali, anche limitativi delle facoltà dei parlamentari, raggiunti, nemine contradicente, in sede di Conferenza dei Capigruppo. Ne è prova la limitatissima attività delle giunte, sia nel numero delle convocazioni, che nei termini delle pronunce, decisamente poco significative quanto a portata e novità.
Il secondo riguarda invece la necessità, ravvisata in particolare alla Camera nella seduta del 7 maggio, di procedere ad un’attenta analisi sulla possibilità di una modifica regolamentare, ed eventualmente di una contestuale revisione costituzionale, che consenta la partecipazione a distanza alla totalità delle attività parlamentari o quantomeno l’individuazione di modalità emergenziali che possano ovviare al rischio di vulnus di funzionamento dell’organo rappresentativo.

Osservatorio sulle fonti

Rivista telematica registrata presso il Tribunale di Firenze (decreto n. 5626 del 24 dicembre 2007). ISSN 2038-5633.

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