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Dopo la legge sulla normazione della Regione Toscana, un’altra Regione, l’Abruzzo, ha approvato una Disciplina generale sull’attività normativa regionale e sulla qualità della normazione (L.R. 14 luglio 2010, n. 26), con disposizioni che affrontano, in maniera persuasiva,  tutti i temi fino ad oggi evidenziati. Ma l’attuazione di questa legge è tutta da verificare.

Si prevede due volte (art. 1, quarto comma e art. 11, comma secondo) l’obbligo di abrogazione espressa, con riferimento, prima,  alle disposizioni della legge in esame,  e poi ai testi unici ma, come è noto, la vincolatività di tale obbligo per il legislatore regionale successivo è negata dalla prevalente dottrina e dalla Corte costituzionale: cosicché tali disposizioni creano aspettative, nei destinatari delle norme, che non sono in grado di soddisfare.

Sentenza n. 246/2010- Giudizio di costituzionalità in via principale

Deposito dell’08/072010- Pubblicazione in G.U.: 14/07/2010

Motivi della segnalazione

La presente decisione riguarda una questione di legittimità costituzionale, sollevata dalla Regione Marche e  avente ad oggetto  l’intera legge 3 agosto 2009, n. 117 concernente il distacco di alcuni Comuni dalle Marche e la loro aggregazione alla Regione Emilia-Romagna, nell’ambito della Provincia di Rimini. Della suddetta legge è denunciato il contrasto con l’articolo 132, secondo comma, della Costituzione, nonché col principio di leale collaborazione che deve informare i rapporti interistituzionali. Si denuncia in particolare la violazione dell’art. 132 Cost., derivante, secondo la ricorrente, dal fatto che nel corso del procedimento parlamentare di approvazione della legge medesima, il parere, reso in senso contrario al distacco, emesso dalla Assemblea legislativa della Regione Marche ai sensi della citata disposizione costituzionale non sarebbe stato oggetto di sostanziale considerazione risultante da atti ufficiali e conoscibili, come, invece, avrebbe richiesto l’art. 132 della Costituzione. Si rileva inoltre che, nel corso dello stesso procedimento legislativo, sarebbe stato, altresì, violato il principio di leale collaborazione, essendo stato il parere negativo solamente acquisito agli atti, senza che la Regione che lo ha reso fosse stata posta in condizione di conoscere i motivi che avevano spinto le Camere a discostarsi da esso.

Sentenza n. 230/2010- Giudizio di costituzionalità in via incidentale

Deposito del 24/06/2010 - Pubblicazione in G.U. 30/06/2010

Motivi della segnalazione:

Con la sentenza n. 230/2010, la Corte è ritornata sulla questione attinente alla legittimità costituzionale dell’art. 140, comma 4, del d.lgs. n. 209/2005 (cd. codice delle assicurazioni private), con particolare riguardo alla problematica relativa alla fattispecie del litisconsorzio necessario nei giudizi promossi tra l’impresa di assicurazione e i soggetti danneggiati.

Sentenza n. 227/2010- Giudizio di costituzionalità in via incidentale

Deposito del 24/062010 - Pubblicazione in G. U. 30/06/2010

Motivi della segnalazione

Nella sentenza n. 227/2010 la Corte ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 18, c. 1, lett. r della legge n. 69/2005 (Disposizioni per conformare il diritto interno alla decisione quadro 2002/584/GAI del Consiglio, del 13 giugno 2002, relativa al mandato d’arresto europeo e alle procedure di consegna tra Stati membri), nella parte in cui non prevede il rifiuto di consegna anche del cittadino di un altro Paese membro dell’Unione europea, che legittimamente ed effettivamente abbia residenza o dimora nel territorio italiano, ai fini dell’esecuzione della pena detentiva in Italia conformemente al diritto interno. La Corte ha così accolto una questione di legittimità per violazione dell’art. 117.1 Cost. e, benché non fosse stato richiamato nell’ordinanza di rimessione, dell’art. 11 (in virtù della consolidata giurisprudenza della Corte sull’utilizzazione dei parametri di legittimità a cui l’atto del giudice a quo, anche senza evocarli formalmente, fa tuttavia chiaramente riferimento).

Sentenza n. 216/2010 - Giudizio di costituzionalità in via principale

Deposito del 16/06/2010 - Pubblicazione in G.U.: 23/06/2010

Motivi della segnalazione

Questa decisione rappresenta l’esito dello “storico” rinvio pregiudiziale effettuato dalla Corte con la sentenza n. 102 e l’ordinanza n. 103 del 2008 sul presupposto che, nei giudizi promossi in via principale in cui si dubiti della compatibilità di leggi regionali con norme comunitarie dotate di efficacia diretta, queste ultime fungono da norme interposte atte ad integrare il parametro per la valutazione di conformità della normativa regionale all’art. 117, primo comma, Cost. (sentenze n. 129 del 2006; n. 406 del 2005; n. 166 e n. 7 del 2004). A seguito della decisione della Corte di Giustizia la Consulta dichiara che dall’interpretazione della normativa comunitaria fornita dalla Corte di giustizia consegue la declaratoria di illegittimità costituzionale della disposizione censurata: “Poiché il denunciato art. 4 della legge della Regione Sardegna n. 4 del 2006, nella versione risultante dall’art. 3, comma 3, della legge della Regione Sardegna n. 2 del 2007, è incompatibile con la norma interposta dell’art. 49 del Trattato CE come interpretata dalla Corte di giustizia, esso deve essere dichiarato costituzionalmente illegittimo, per violazione dell’art. 117, primo comma, Cost.”.

Sentenza n. 196/2010 - Giudizio di costituzionalità in via incidentale

Sentenza n. 196/2010: Deposito del 04/06/2010 - Pubblicazione in G.U. 09/06/2010

 Motivi della segnalazione

Con la sentenza 196/2010, la Corte è ritornata sul rapporto fra legge statale e CEDU, dichiarando l’incostituzionalità di una legge interna per violazione dell’art. 117, comma 1, Cost. In particolare la Corte ha avuto modo anche di chiarire che l’apparente contrasto tra disposizioni legislative interne e una disposizione della CEDU, quale interpretata dalla Corte di Strasburgo, può dar luogo ad una questione di legittimità costituzionale ai sensi dell’art. 117, primo comma, Cost. soltanto se insuscettibile di soluzione in via ermeneutica, per impossibilità testuale dell’adeguamento interpretativo o perché in materia si sia formato un diritto vivente sospettato di incostituzionalità. Nel caso di specie, la Corte ha escluso che il rimettente potesse superare in via interpretativa il denunciato contrasto delle impugnate disposizioni di legge con l’art. 7 della CEDU, tenuto conto dell’orientamento pressoché unanime della giurisprudenza di legittimità nel senso dell’applicabilità della confisca obbligatoria prevista dall’art. 186, comma 2, lett. c), codice della strada (applicata in via obbligatoria in caso di condanna o di patteggiamento per il reato di guida sotto l’influenza dell’alcool, salvo che il veicolo stesso appartenga a persona estranea al reato) anche alle condotte poste in essere prima dell’entrata in vigore del d.l. n. 92 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 125 del 2008.

La Corte ha pertanto dichiarato costituzionalmente illegittimo, per violazione dell’art. 117, primo comma, Cost., l’art. 186, comma 2, lett. c), del codice della strada, come modificato dall’art. 4, comma 1, lett. b ), del d.l. 23 maggio 2008, n. 92, convertito, con modificazioni, dall’art. 1, comma 1, della legge 24 luglio 2008, n. 125, limitatamente alle parole «ai sensi dell’articolo 240, secondo comma, del codice penale».

Nella parte relativa alle “Fonti Internazionali” la Rubrica si propone di monitorare gli atti normativi che, direttamente o indirettamente, presentano ricadute in materia internazionale, evidenziando le più significative novità nei rapporti tra fonti nazionali e tematiche internazionali. Essa intende, in particolare, portare l’attenzione sugli atti emanati dal legislatore nazionale al fine di adempiere agli obblighi internazionali dello Stato italiano, nonché sugli atti normativi che, pur adottati per rispondere ad esigenze interne, acquisiscono portata tale da incidere su problematiche di rilievo internazionale.

Nel presente numero è dapprima segnalata la legge n. 84/2010 di ratifica ed esecuzione della dichiarazione di intenti tra i Ministri della difesa di Italia, Francia, Olanda, Portogallo e Spagna, con allegati, e del relativo Trattato  relativi alla creazione di una Forza di gendarmeria europea.

E’ poi segnalata la legge n. 108/2010 di ratifica ed esecuzione della Convenzione d’Europa sulla lotta contro la tratta di schiavi che contiene anche norme di adeguamento dell’ordinamento interno.

A seguito della recente entrata in vigore del Trattato di Lisbona si rende necessario procedere ad un aggiornamento della consueta informazione relativa al funzionamento della procedura di infrazione: oltre ai cambiamenti relativi alla numerazione delle disposizioni del Trattato rilevanti, si deve dare conto anche di una novità di ordine sostanziale.

Con la sentenza del 6 luglio 2010, la Corte costituzionale tedesca ha messo in pratica il cd. Ultra-vires-Kontrolle, ovvero il controllo sugli atti dell’Unione (che si sospettino essere stati) adottati ultra vires. La competenza della Corte ad effettuare questo controllo, dalla stessa affermata per la prima volta nella sentenza sul Trattato di Maastricht (cd. Maastricht Urteil), era stata poi ribadita nella sentenza sul Trattato di Lisbona del 30 giugno 2009 (cd. Lissabon Urteil, sent. 2 BvE 2/2008). La richiesta all’origine della nuova pronuncia chiamava il supremo giudice tedesco a verificare se la sentenza della Corte di giustizia nel caso Mangold (causa C-144/04, 22 novembre 2005, in Raccolta, p. I-9981) fosse stata resa ultra vires.

Fascicolo n. 3/2023

Cecilia Corsi. Il segno di una studiosa

Firenze, 22 maggio 2024
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La ricorrente prospettiva di riforma della Costituzione

 Padova, 16 maggio 2024
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Giappichelli

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Rivista telematica registrata presso il Tribunale di Firenze (decreto n. 5626 del 24 dicembre 2007). ISSN 2038-5633.

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