Delegificazione e decreti di natura non regolamentare nella "brace" del sistema delle fonti normative
1. «In view of the severity of the current financial market situation, we regard as crucial that all actions listed in section 1 and 2 above be taken as soon as possible with decree-laws, followed by Parliamentary ratification by end September 2011. A constitutional reform tightening fiscal rules would also be appropriate».
Questo passo della nota lettera di Trichet e Draghi inviata al Governo italiano il 5 agosto scorso, che fa seguito ad una lunga teoria di decreti legge finalizzati a fronteggiare l’emergenza economica, l’ultimo dei quali (il d.l. 138/2011) convertito in legge in tempi rapidi, anche grazie all’intervento del Capo dello Stato, appare paradigmatica di una evoluzione della produzione normativa che sembra ormai completamente disancorata dai paradigmi tradizionali, in un’ottica, si potrebbe dire, “congiunta” di crisi delle fonti nazionali e delle fonti statuali[1]: in tale documento infatti non solo si indicano i provvedimenti che l’Italia dovrebbe assumere ma si indica la fonte del diritto (decreto legge) e il termine di conversione dello stesso.